Nel ciclismo vengono usati numerosi supporti nutrizionale e fisiologici per migliorare il rendimento e l’efficienza del sistema cardio-circolatorio. Uno dei metodi legali per il miglioramento di questo rendimento e di queste performance include l’addestramento all’altitudine che migliora in modo significativo il potenziale cardio-respiratorio.
L'allenamento in quota è una pratica molto diffusa tra i ciclisti con l'obiettivo di migliorare le proprie performance a livello del mare. Le modificazioni che l'acclimatazione costringe a mettere in atto riguardano sia la fisiologia sia il metabolismo ed entrambe hanno l'obiettivo di facilitare il trasporto e l'utilizzo dell'ossigeno dato che quando si sale in altezza diminuisce proprio il consumo massimo di ossigeno (VO2max). Diverse sono le tecniche di allenamento utilizzate: la "live high, train low" prevede che il corpo si adatti alla quota, e quindi all'ipossia, soggiornando oltre i 2300 m, mentre l'allenamento avviene al livello del mare.
Idee chiare e consapevolezza dei tanti (forse troppi) problemi da affrontare e risolvere per invertire il presente e dare un futuro migliore a quel ciclismo che tanto amiamo e che sta inesorabilmente perdendo terreno dagli altri paesi europei.
In sintesi questo è quanto emerso dalla mia conversazione telefonica con l'Avv. Norma Gimondi, candidata alla presidenza della Federazione Ciclistica Italiana. Una donna nata e cresciuta a ciclismo e giurisprudenza, forte dei valori dello sport, della giustizia e dell'eguaglianza integrata da un'esperienza da tenere ben stretta e soprattutto da utilizzare. Avvocatessa di successo, Manager dello Sport e arbitro UCI, ha lavorato in ambito ciclistico, prima come procuratrice di atleti professionisti poi come legale, assistendo molti ciclisti e direttori sportivi in procedimenti disciplinari e penali. Il tutto condito da un'ottima umiltà e saggezza acquista anche dal padre Felice. Norma spruzza un'energia di rinnovamento così contagiosa da farmi venire voglia di rispolverare la mia vecchia "Colnago" appesa al chiodo dal 1985.
"Quando ho confidato a mia papà la proposta di candidarmi alla presidenza della FCI ha abbassato gli occhi e mi ha sussurrato un rincuorante "ne sarei orgoglioso".