UN EROE DI NOME FIORENZO

Si correva il Giro d’Italia del 1956. Le tappe erano 23, i chilometri da percorrere 3.500. Il protagonista è un uomo di 36 anni che aveva già annunciato il suo ritiro a fine stagione.
Durante la 12° tappa cadde e si ruppe il clavicola sinistra. Il medico gli disse di ritirarsi dalla gara, ma lui non lo ascoltò e continuò il giro con “solo” 11 tappe e 1.600 Km da percorrere con le Dolomiti… Così andò avanti per altri 2 giorni, ma il dolore era così insopportabile da non riuscire a tenere il manubrio. Il suo meccanico ebbe così l’idea di aggiungere al manubrio un pezzo di camera d’aria che veniva stretto tra i
denti per alleviare la pressione sul braccio sinistro. Ma non era certo facile correre in quelle condizioni e, durante la tappa numero 16 è caduto di nuovo, atterrando sulla spalla sinistra, rompendosi l’omero! Svenne dal dolore e fu caricato nell’ambulanza. Era già sulla strada per l’ospedale quando riprese i sensi, urlò al conducente di fermarsi, scese, prese la sua bici e finì la tappa!
Quella sera rifiutò di fare i raggi, e decise di andare avanti.


Così, due giorni dopo, ha potuto anche “godere” della famigerata tappa 20, Merano-Monte Bondone con 242 km e 5 salite dolomitiche da scalare. Quel giorno la carovano si alzo in compagnia di una gelida mattinata di pioggia e il meteo andò peggiorando con il passare della giornata. A Monte Bondone la temperatura era di 4 gradi sotto zero e i corridori arrivarono sotto una tempesta di neve.
Solo 41 degli 86 partenti finì quella tappa. Charlie Gaul vinse tappa e Giro, il nostro eroe, pluri fratturato, arrivò terzo al Monte Bondone e finì il Giro al secondo posto.

Stiamo parlando di Fiorenzo Magni (7 Dicembre 1920 – 19 Ottobre 2012), uno dei grandi campioni del nostro ciclismo.
Ha vinto:
3 Giri d’Italia (1948, 1951, 1955);
3 campionati Italiani su strada (1951, 1953, 1954)3 consecutivi (tutt’oggi record);

Giri delle Fiandre (1949, 1950, 1951), e molte altre corse. 

E’ stato il migliore nelle corse in condizioni estreme, e questa abilità gli ha portato il suo primo soprannome, dopo le 3 vittorie in Belgio con un tempo orribile: “Il Leone delle Fiandre”.

Il suo secondo soprannome era, invece, “Il terzo uomo”, perché ha corso nello stesso periodo come Coppi e Bartali.
Alla domanda su cosa sia stato gareggiare contro Coppi e Bartali, Fiorenzo rispose:. “Nella vita, le sconfitte sono più probabili delle vittorie. Perdere da Coppi e Bartali, e congratularsi con loro, è qualcosa che mi ha reso felice, un’esperienza che mi ha insegnato molto. Due campionissimi che ho sempre ammirato e rispettato per quello che hanno fatto e per le persone che erano. Non solo grandi campioni, erano anche grandi uomini. Perché pensi che stiamo ancora parlando di loro? 
Perché hanno fatto la storia. Mi considero fortunato perché correndo con loro ho potuto essere parte di questa storia.